I Cavoni

I cavoni o le vie cave scavate nel tufo di Nepi

Posti al di fuori del centro abitato di Nepi i “Cavoni”, anche detti “Vie Cave” sono ancora oggi un’importante testimonianza delle imponenti opere di ingegneria stradale eseguite dai Falisci antica popolazione di queste zone della Tuscia.

Interamente scavate a mano nel tufo, queste vie di comunicazione avevano il compito principale di eliminare il forte dislivello tra il pianoro ed il fondo della valle sottostante, in un territorio reso fortemente discontinuo a causa delle c.d. “forre“, vere e proprie gole create da un lungo processo geologico.

Le Vie Cave o Cavoni venivano scavate nelle immediate vicinanze di alcune necropoli tanto che alcuni studiosi ritengono che queste opere di antica ingegneria stradale siano legate anche all’aspetto religioso dei Falisci. A conferma di questa teoria, le parole del poeta romano Ovidio, il quale sposato con una donna di origine falisca, nella sua opera “Amores III“, ci descrive la solenne processione che veniva effettuata dall’interno delle mura di Falerii Novi fino al Tempio di Giunone Curite a Civita Castellana, in onore della Divinità stessa.

I “Cavoni” continuarono ad essere utilizzati anche successivamente ai Falisci. Con l’avvento del Cristianesimo sono apparse lungo il loro percorso delle piccole nicchie simili alle più comuni edicole religiose. Trattasi delle c.d. “Nicchie Scaccia Diavoli“, dove venivano inserite piccole statue raffiguranti la Madonna o il Cristo, con la funzione di proteggere il viaggiatore durante il suo cammino.

La bellezza ed il mistero dei Cavoni è, inoltre, avvalorata dal fatto che trovandosi esse all’interno delle Forre che circondano la nostra cittadina visitarle significa immergersi totalmente nella natura con la possibilità di ammirare un paesaggio unico caratterizzato da ruscelli, cascate, sentieri ed un bosco dai ricordi fiabeschi.